La Parrocchia apre le porte a una famiglia ucraina

Molfetta. Sono ospiti della casa canonica destinata a don Vincenzo cinque rifugiati giunti a Molfetta grazie alla recente missione condotta da don Gino Samarelli

Due donne e tre ragazzi, appartenenti allo stesso nucleo familiare e giunti a Molfetta lo scorso venerdì 11 marzo grazie alla missione umanitaria condotta da don Gino Samarelli, hanno trovato sistemazione presso la casa canonica della chiesa San Pio X.

Il parroco don Vincenzo Di Palo ha infatti aperto loro le porte dell’abitazione a lui destinata qualche giorno fa, affinché ritrovassero una più serena intimità. Dopo aver accolto i cinque rifugiati ucraini, don Vincenzo, affiancato dall’intera comunità di fedeli che a lui fa riferimento, ha dato il via a una maratona di solidarietà per aiutare la popolazione ucraina rimasta a Leopoli e nelle città attualmente in guerra, attivando una raccolta di beni indispensabili e di difficile reperimento da inviare in Ucraina.

«D’accordo con la diocesi e la comunità parrocchiale – spiega don Vincenzo – abbiamo accolto nella casa canonica una mamma, che è insegnante di violino, con i suoi tre figli, due minorenni, entrambi di scuola superiore e una maggiorenne che studia economia aziendale e nel frattempo lavorava come agente immobiliare il suo papà, che però è rimasto là a combattere. Con loro c’è un’altra donna adulta, la sorella della madre, dunque la zia dei ragazzi, un’insegnante di biologia sposata con un sacerdote cattolico di rito greco e questo, ovviamente, dona all’esperienza un’ulteriore occasione di confronto e continuo scambio.

Abbiamo installato la linea wi fi e abbiamo donato loro un paio di computer – continua don Vincenzo – affinché possano tenersi in contatto con la nonna e i rispettivi mariti, rimasti a Leopoli, e possano continuare a lavorare e studiare. L’insegnante di violino continua a tenere le sue lezioni a distanza, come anche i ragazzi seguono i loro corsi via web, tra l’altro in contatto con persone che come loro si trovano ovunque in Europa. Si tratta di fare due cose: pregare e accogliere. Pregare perché siamo cristiani e accogliere perché, se riusciamo a strappargli un sorriso e a farli stare bene, abbiamo raggiunto un bel risultato come esseri umani.

Per aiutare invece chi è rimasto in Ucraina, seguendo i consigli dei nostri ospiti e di chi è qui, abbiamo dato il via a una raccolta di alcuni precisi beni che lì sono attualmente indispensabili. Perciò chiediamo ai cittadini molfettesi di portare in parrocchia: bende medicaligarzaintimo termico per gli uomini al fronte, pannolini di quarta e quinta misura per gli orfani che purtroppo aumentano, e soprattutto lacci emostatici. Quando avremo raggiunto una quantità sufficiente di materiale, parenti e amici dei rifugiati che ospitiamo arriveranno con un furgone capiente per caricare e portare in Ucraina i nostri aiuti. Non richiedono beni alimentari, piuttosto farmaci e materiale medico-sanitario. Grazie a una nostra parrocchiana di origini ucraine – conclude don Vincenzo Di Palo – stiamo pianificando minuto per minuto questa nuova missione di solidarietà che parte ancora una volta da Molfetta».


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